Seduto lontano dal volante, col sedile fortemente inclinato all’indietro, Stirling Moss guida quasi senza muoversi. È senz’altro uno dei maggiori stilisti del dopoguerra. La precisione della sua guida e l’esattezza della traiettoria della sua macchina sono tali che, pur essendo egli il più veloce di tutti, riesce a limitare il consumo degli pneumatici come nessuno dei suoi avversa
Hans Heyer e Markus Winkelhock, due storie lontanissime ma unite da un filo rosso; due piloti di Formula Uno, entrambi tedeschi, che hanno avuto una sola occasione. Tutti e due – in modo diverso e alternativo – l’hanno sfruttata per entrare nella storia
A Ruthin, Denbingshire, c’è una lapide che ricorda Tom Pryce; è fatta in bronzo, un bassorilievo che oppone i placidi paesaggi del Galles all’aggressiva riproduzione di due Formula Uno. In mezzo c’è lui, Tom Pryce, uno dei più sensazionali talenti dimenticati delle corse d’auto.
La storia di South è uno degli esempi più fulgidi del concetto di sliding doors, ovvero di come una circostanza, a prima vista insignificante, possa avere incredibili ripercussioni se giudicata a posteriori
Qualche volta da presupposti che parrebbero fallimentari nascono storie di grandi successi. Le altre volte – quasi sempre, a dirla tutta – a premesse nefaste seguono disastri veri e propri, come nella storia dell’Andrea Moda