Andrea La Rovere

Ci sono storie bellissime ma sconosciute, fino a quando qualcuno non le racconta

Mary Beale, nata Cradock: l’artista maggiore del ‘600 inglese

Mary Beale, nata Cradock: l’artista maggiore del ‘600 inglese

Il nostro viaggio alla riscoperta delle grandi artiste donne della storia, oggi si avvale di una fortunata coincidenza: Mary Cradock, nota come Mary Beale, nasce infatti a Suffolk, in Inghilterra, proprio il 26 marzo del 1633.

Nascere donna nel Seicento e decidere di fare la pittrice era già una bella grana: per la donna, a causa delle difficoltà quasi insormontabili, ma anche per gli uomini, quando la pittrice riusciva nell’impresa. Eppure, Mary Beale fa anche di più, non solo riesce quello che molti suoi colleghi uomini non riuscivano neppure a sognare, avviare un business artistico solido e prospero. No, Mary fa qualcosa di incredibile per il Seicento: con la sua attività artistica, è lei a mantenere la famiglia.

Come detto, Mary nasce nel 1633 in un’Inghilterra puritana che non è esattamente un’oasi di libertà per le donne. Ma la piccola Mary ha due fortune: una famiglia colta e un padre pittore dilettante che la incoraggia. Studia i grandi del Rinascimento, copia stampe fiamminghe e impara dai migliori ritrattisti dell’epoca. A Londra entra in contatto con Peter Lely, il ritrattista ufficiale di Carlo II, che non le nega qualche lezione e, forse, qualche buon consiglio.

Nel 1652, Mary Cradock riesce in un’altra impresa, forse ancora più difficile: sposa Charles Beale, impiegato d’ufficio che, oltre a essere un brav’uomo, è il suo primo fan.

Lungi dall’essere il tipico marito del ‘600 che vuole la mogliettina a casa, Charles lascia il lavoro per diventare il manager di Mary. Sì, avete capito bene: Beale è talmente brava da convincere il marito a collaborare, occupandosi della logistica, mentre lei dipinge e porta a casa i soldi.

Mary si specializza nei ritratti, settore molto redditizio, e costruisce un’attività fiorente. Ha una clientela fedele, tra cui clero, aristocratici e intellettuali. È brava, veloce e, soprattutto, ne sa di marketing. Si inventa offerte speciali, adatta i prezzi ai clienti, mentre il marito tiene un diario dettagliato su tecniche, costi e commissioni. Insomma, altro che musa ispiratrice: Mary Beale è la prima CEO dell’arte britannica.

E non finisce qui: se state per obiettare che la donna è una fredda macchina sputasoldi, toglietevelo dalla testa. Mary è pure generosa. Ogni anno destina il 10% dei suoi guadagni in beneficenza, in un’epoca in cui le donne non potevano nemmeno possedere beni. Perché sì, ricordiamolo: secondo la legge inglese dell’epoca, una donna sposata non aveva diritti legali sui propri guadagni. Eppure, Mary li gestisce, li fa fruttare e li redistribuisce, dimostrando che l’intelligenza e il talento possono albergare anche in un cuore buono.

Mary Beale muore nel 1699, ma la sua storia resta un esempio di talento, caparbietà e indipendenza. In un’epoca in cui la donna era considerata un’appendice dell’uomo, lei ha ribaltato la narrazione: non più moglie e madre sacrificata, intenta a sfornare marmocchi fino a lasciarci le penne, ma artista e imprenditrice capace di far prosperare tutta la famiglia con la sua arte.

Forse per questo i suoi contemporanei non l’hanno celebrata abbastanza: troppo avanti per essere compresa, troppo brava per essere ignorata.

Il suo stile risente del periodo in cui è vissuta, il Barocco. Spesso i suoi sono ritratti un po’ pomposi di nobili in parrucca, ma quando Mary dipinge per passione i risultati si vedono. I suoi volti sono vivi, le pose dinamiche e la resa realistica e psicologicamente approfondita.

Come ovvio, Mary si attira molte critiche negative, più per la sua emancipazione che per la tecnica, che alcuni osservatori malevoli definiscono raffazzonata e sgradevole. Sir Peter Lely, il maestro, ne ammira il lavoro, dicendo che “lavorava con una meravigliosa massa di colore, ed era straordinariamente industriosa”. Alcuni critici la elogiano col massimo complimento che un uomo concepisce allora, dicendo che la sua pittura è “vigorosa e mascolina”.

Amici e vicini, i tempi erano quelli. Oggi, però, Beale è ricordata come una pioniera e una delle grandi figure della pittura inglese. Le sue opere sono sparse in vari musei, anche se la più grande collezione pubblica si può trovare nel museo di Moyse’s Hall, Bury St Edmunds, Suffolk.

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