Il 2025 è iniziato con la nascita de La Torre Nera. Una collana dedicata alla narrativa nera gestita da Andrea La Rovere, Anna Maria Pierdomenico e Angelo Marenzana. La prima uscita vede il ritorno di Sherlock Holmes.
Sherlock Holmes nasce, come amava ricordare il suo creatore Sir Arthur Conan Doyle, dalla noia. In questo, l’investigatore più famoso della storia, è in buona compagnia: quanta ispirazione, da millenni, arriva da un noioso pomeriggio? (Qui il libro).
Nel caso di Conan Doyle, in particolare, la noia deriva dalle lunghe e infruttuose giornate come medico nel suo studio di Portsmouth, posto dove si presentavano solo i personaggi creati dalla mente fervida dello scrittore.
Di pazienti veri, manco a parlarne.
Poco male, però, se la medicina ha perso un serio professionista, la letteratura ne è stata omaggiata con uno dei suoi miti più resistenti.
E omaggio è proprio la parola che ci ha guidati – me e gli altri tre autori – in questa avventura nei difficili mari degli apocrifi sherlockiani. E il nostro omaggio non poteva definirsi tale senza un tributo a Conan Doyle, che trovate in appendice: uno dei suoi racconti più significativi in una nuova e rigorosa traduzione curata da Anna Maria Pierdomenico, Uno scandalo in Boemia.
Quando mi è stato proposto di scrivere un racconto con protagonista Sherlock Holmes, dal vulcanico Angelo Marenzana, ideatore del volume che avete tra le mani, il mio primo pensiero è stato piuttosto bizzarro.
Potrei dirvi che la mia mente è corsa agli anni dell’adolescenza, quando il detective di Conan Doyle mi fece da guida nelle mie prime scorribande nei territori del giallo e del macabro. O che ho sentito tremare le vene e i polsi all’idea di confrontarmi con una tale leggenda della narrativa del mistero.
E invece no, il primo pensiero è stato di togliermi lo sfizio: far indagare Sherlock Holmes sui delitti di un lupo mannaro. Mi piace pensare che, da amante del bizzarro e del macabro, anche Sir Arthur in persona avrebbe apprezzato.
Sì, perché in decenni di indagini, il nostro eroe ha affrontato delitti esotici, leggende nere come quella della maledizione del Mastino dei Baskerville, enigmi cervellotici, omini danzanti e perfino un vampiro, quello del Sussex.
Ma un licantropo mai.
E allora, ecco che nella mia storia Sherlock Holmes e il fidato Dottor Watson si trovano di fronte Old Stinker, leggendaria creatura che si manifesta col plenilunio dalle parti di Hull, nello Yorkshire. La leggenda, amici lettori, è genuina, il resto – come si conviene – è frutto della fantasia dell’autore.
Gli altri autori, miei compagni di viaggio e a loro volta grandi estimatori di Holmes, hanno fatto lo stesso. E allora, ecco Anna Maria Pierdomenico cimentarsi con una storia dal classico meccanismo giallo a orologeria in L’avventura di Devil’s Cherries e Nicola Lombardi fare lo stesso in Sherlock Holmes e la compagna di Moxon, racconto in puro stile sherlockiano. Più particolare la scelta di Angelo Marenzana. L’autore ha trasportato il detective londinese in atmosfere al limite dello steampunk nella sua Avventura nel regno delle Iron Family.
Una sfida, insomma, che abbiamo accettato volentieri, ognuno facendo uno studio a ritroso sulle tracce di Sherlock Holmes, per poi scegliere un approccio peculiare. Chi vi scrive si è rifatto alle avventure più misteriose del detective.Qquelle sospese tra razionalità e sovrannaturale, ambientando il tutto in lande desolate che ricordano molto quelle del Mastino dei Baskerville. Lo stile – per scelta – è quanto più possibile simile a quello asciutto e sottilmente ironico del Maestro.
Lo stesso hanno fatto Pierdomenico e Lombardi, ambientando però le loro storie tra le strade dell’affascinante Londra di fine Ottocento. La stessa in cui si muoveva Jack lo squartatore e in cui si svolgono tante indagini di Holmes e Watson. Il racconto di Marenzana, invece, mira a sorprendervi con uno Sherlock Holmes ancora più asciutto e cinico dell’originale. Il detective è impegnato in un’indagine ai limiti della fantascienza ottocentesca, quella cara ad autori come Wells e allo stesso Conan Doyle.
Insomma, a nostro giudizio non c’era un progetto più adatto per inaugurare la collana “La Torre Nera”. Sherlock Holmes, infatti, riassume quasi tutte le caratteristiche delle opere che seguiranno questa sorta di Numero Zer. Il mistero, il gotico, ma anche il giallo classico, la fantascienza e quel tocco di nero che non guasta mai.
Non rimane allora che augurarvi un buon viaggio tra le nebbie londinesi e le brume della brughiera, dove potreste vedere spuntare da un momento all’altro un assassino insospettabile, un licantropo famelico e macchine fantascientifiche.
Un mondo che vi farà rabbrividire di terrore e vi farà – speriamo – dimenticare di controllare lo smartphone. Cosa c’è di meglio di un macabro mistero per evadere dalla realtà?
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