Andrea La Rovere

Ci sono storie bellissime ma sconosciute, fino a quando qualcuno non le racconta

Rolf Stommelen e la maledizione dell’alettone

Rolf Stommelen e la maledizione dell’alettone

Il 27 aprile del 1975 si corre il Gran Premio di Spagna di Formula 1, una gara che entrerà tristemente nella storia delle corse. E in quella personale di Rolf Stommelen.

Si corre sul circuito cittadino del Montjuich, a Barcellona, e le cose si mettono male da subito. Il mercoledì alcuni piloti fanno – come d’abitudine – un sopralluogo della pista; il tracciato è tra i più pericolosi, da sempre, velocissimo e senza vie di fuga. I piloti si accorgono che alcuni guard-rail sono stati montati male.

Arriva il venerdì, il giorno delle prime prove.
Il fronte dei piloti, che per una volta pare compatto, decide di non partecipare se non verranno eseguiti i lavori richiesti. In questi casi, però, c’è sempre qualcuno che si mette di mezzo: scendono in pista Vittorio Brambilla e Jacky Ickx, da sempre refrattari ai discorsi sulla sicurezza.

Al mattino del sabato una delegazione di piloti ispeziona di nuovo il tracciato; i lavori, dove sono stati fatti, non rispettano nessuno standard di sicurezza. I piloti decidono prima di non correre, poi – sotto ricatto degli organizzatori – di scendere in pista ma di girare lentamente per protesta.

Il primo a rompere il patto è Niki Lauda; bizzarramente, l’anno dopo al Fuji – quando non vuole correre per la troppa pioggia – l’austriaco sarà vittima dello stesso comportamento che lui tiene in questa occasione. Alla fine, l’unico che tiene fede agli impegni è Emerson Fittipaldi. Il brasiliano è il Campione del Mondo in carica ed è primo in classifica.

Sono credenziali che non bastano, visto che alla fine della fiera il brasiliano è l’unico a girare lentamente, al punto di non qualificarsi.

Rolf Stommelen in prova è nono, un buon risultato che rende il tedesco della Renania ottimista. La monoposto gestita dalla scuderia di Graham Hill è sempre più competitiva. La gara parte sotto cattivi auspici; Lauda si tocca subito col compagno Regazzoni e si ritira. Merzario e l’altro Fittipaldi, Wilson, percorrono un giro e si ritirano per protesta.

Nei primi sei giri sbattono Depailler, Donohue, Jones e Hunt.
Va sempre bene, ma l’incidente grave pare dietro l’angolo. Rolf Stommelen parte invece benissimo e corre col suo solito giudizio; al primo giro è quarto, poi, una posizione alla volta e complice la rottura di Mario Andretti, si issa in testa. La lotta per la vittoria pare ristretta a lui e a Carlos Pace, con la più veloce Brabham.

Rolf Stommelen ha 32 anni e ha iniziato a correre nelle cronoscalate. Alle piste dai lunghi curvoni, dove serve tecnica e precisione, Rolf ha sempre preferito le strade tortuose, dove occorre improvvisazione  e coraggio. Stommelen è uno dei pochi piloti a correre con gli occhiali, per correggere un importante difetto visivo.

Il tedesco è abituato a correre ovunque, nelle corse di durata dove è maestro, e su pista; dagli infiniti rettilinei di Le Mans alle piste americane, dai saliscendi del Nurburgring ai circuiti cittadini della Formula 1. Il Montjuich pare la pista per lui, tra pieghe velocissime e tornanti da percorrere in prima.

Tanto veloce quanto affidabile, Stommelen è un uomo ufficiale della Porsche nelle gare Sport, ma non ha mai trovato l’occasione giusta in Formula 1. Quando arriva nella categoria regina è il 1970; Stommelen è ingaggiato dalla Brabham, quando c’è ancora in pista il fondatore Jack. Rolf non è mai molto veloce in qualifica, ma in gara si difende piuttosto bene, andando sul podio in Austria. A Monza è per tutta la gara nel gruppo di testa, ma al termine è solo quinto. Alla fine dell’anno è undicesimo con dieci punti.

L’anno dopo l’occhialuto tedesco firma per la Surtees, scuderia nuova di zecca del grande John Surtees. Di nuovo Rolf si trova a competere sulla pista con quello che è anche il proprietario della squadra, una situazione non sempre simpatica. E infatti tra Big John e Rolf si accende qualche scintilla, anche se la macchina è talmente lenta da spegnere qualsiasi ardore.

A fine stagione Stommelen ottiene solo tre punti e il foglio di via da Surtees.
Rolf ha trent’anni e la sua carriera in Formula 1 pare già aver dato il meglio, come dimostrano le stagioni successive. Prima la Eifeland, scuderia che rielabora la March ma passa alla storia solo per il bizzarro specchietto retrovisore a periscopio, proprio davanti al pilota.

Sono anni di grande impegno nelle gare su strada e di durata, mentre in Formula 1 le partecipazioni si fanno sporadiche. Nel 1975 la grande occasione, forse l’ultima per sfondare con le monoposto. Graham Hill lo ingaggia per tutta la stagione; la scuderia è piccola e agli inizi, e ancora una volta Rolf si trova a correre per un ex Campione del Mondo.

Situazione difficile, ma che conferma la grande stima di cui Rolf gode nell’ambiente.

Torniamo al Montjuich: Stommelen resiste a Pace in tutti i modi, ma Carlos è troppo veloce. Dopo ventuno giri il brasiliano passa, ma commette subito un piccolo errore e Rolf, in agguato, si riprende il comando. Ora i due sono vicinissimi, praticamente ruota a ruota.

Siamo al 26° giro, quando avviene il disastro.
Mentre è in piena velocità, con la Brabham in scia, alla Lola –Hill di Stommelen si stacca l’alettone posteriore. Gli appassionati tornano alla mente a qualche anno prima, quando lo stesso guasto era capitato sulla stessa pista alle Lotus di Hill e di Rindt. Allora la tragedia era stata solo sfiorata e aveva portato a più severe regolamentazioni per le appendici alari.

Stavolta va peggio.
Priva della deportanza dell’alettone e in prossimità di un dosso, la monoposto di Rolf si solleva in aria come un aereo. Rimbalza da una parte all’altra della pista, travolgendo anche la Brabham di Pace, poi vola oltre le barriere, precipitando tra il pubblico.
Il bilancio è tragico: quattro spettatori perdono la vita e sei sono feriti. Stommelen riporta gravi ferite, ma se la cava.

La sua unica occasione di vincere una gara di Formula 1 finisce nella tragedia.

Oltre al danno, Rolf subisce anche la beffa. L’organizzazione di gara, infatti, è nel panico totale e fa proseguire la gara per altri quattro giri prima di interrompere la gara. Se la bandiera rossa fosse uscita subito, la classifica si sarebbe fermata al giro precedente e Rolf Stommelen sarebbe stato comunque il vincitore. Vince invece Mass, una vittoria a metà nel punteggio che rimane l’unico acuto di Jochen. In quel momento è sesta Lella Lombardi, che conquista mezzo punto: l’unico di una donna in Formula 1.

Stommelen ritorna appena le condizioni di salute glielo permettono; in Formula 1 conquisterà ancora un punto, l’anno dopo con la Brabham, e correrà ancora una stagione nel 1978 con la debuttante Arrows. Il fantasma della tragedia del Montjuich è però troppo ingombrante per permettergli di andare ancora forte in Formula 1.

Diverso il discorso con le Sport, dove Rolf continua a macinare chilometri e successi, e a dare vita a leggende metropolitane. Come alla 300 Km del Nurburgring del 1976.
Quel giorno Rolf Stommelen porta al debutto una nera Porsche 936, soprannominata la Vedova Nera. Al via scatta in testa e le Renault di Depailler e Jabouille, nell’ansia di superarlo e vincere in terra tedesca, escono entrambe di pista nella stessa curva, al primo giro.

I due piloti hanno cercato, sotto al diluvio, di frenare più tardi di Rolf che – sornione – li lascia passare, ben sapendo il loro destino. La dinamica dà origine a un modo di dire tra i piloti, secondo cui “è impossibile frenare più tardi di Stommelen” al Nurburgring.

Non solo, nella stessa gara a Rolf si rompe il cavo dell’acceleratore dopo sei giri, rimanendo spalancato. Anziché ritirarsi, con tutta la gara davanti, Rolf va avanti; ad ogni frenata il tedesco spegne l’interruttore generale, frena e poi lo riavvia. Così facendo arriva quinto.

Il caso – che lo aveva salvato al Montjuich nel 1975 – gli presenta il conto il 24 aprile del 1983, ancora sotto forma di un alettone che si stacca.

Siamo a Riverside e Stommelen è secondo sulla sua Porsche 935.
Si rompe ancora – inspiegabilmente – ancora quel maledetto alettone posteriore. La 935 viaggia a 310 chilometri all’ora e diventa un proiettile ingovernabile, anche per Rolf Stommelen. L’urto col muro è devastante e Rolf muore per le ferite alla testa.

Rolf Stommelen sta per compiere quarant’anni.
Probabilmente, come quell’altro giorno di aprile di otto anni prima, il suo pensiero va alla sfortuna che lo sta per privare di una meritata vittoria.

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