A Ruthin, Denbingshire, c’è una lapide che ricorda Tom Pryce; è fatta in bronzo, un bassorilievo che oppone i placidi paesaggi del Galles all’aggressiva riproduzione di due Formula Uno. In mezzo c’è lui, Tom Pryce, uno dei più sensazionali talenti dimenticati delle corse d’auto.
Il 12 dicembre del 1985, in una clinica di Londra, un uomo siede in sala d’attesa. Non ha una bella cera, da qualche tempo accusa problemi respiratori e un amico l’ha convinto a farsi visitare; a un tratto l’uomo si accascia, lo soccorrono ma non c’è nulla da fare. L’amico che l’ha convinto a farsi vedere è Keith Richards, e lui è Ian Stewart
La storia di South è uno degli esempi più fulgidi del concetto di sliding doors, ovvero di come una circostanza, a prima vista insignificante, possa avere incredibili ripercussioni se giudicata a posteriori
La cosa bella del mio vecchio lavoro era girare tutto l’Abruzzo, quello più vero, quello dei vecchi borghi e delle radici.
Ogni giorno un posto diverso, la bella gente dei paesi di campagna, i panini consumati sul sedile del furgone e la vita sulla strada, per dirla con quello sfattone di Kerouac
Ho scoperto così le fantastiche cronache di Cristoforo Gorno, trasmesse spesso senza soluzione di continuità dal canale culturale della Rai. E così, come l’inviato nella storia fa emergere le cronache ora del mito, ora dell’impero o del Rinascimento, da quel rumore di fondo è emerso un programma destinato a entrare tra i miei preferiti